sabato 16 febbraio 2013

Scelte di fondo e politica culturale.


Sappiamo bene che l'argomento campagna elettorale procura orticarie diffuse ai cittadini, ma il tempo delle elezioni è forse l'unico momento in cui un barlume di ascolto, un vago cenno di attenzione, perviene da chi si candida.
Per questa ragione è sempre utile incalzare i candidati, far loro domande, porre problemi.
Particolarmente per noi di Lombardia che andiamo a rinnovare anche il governo regionale.
Ma occorre capirci bene e definire di cosa stiamo parlando. Infatti troviamo del tutto inutile ed anche controproducente cercare di "strappare" promesse di finanziamenti per singole iniziative o strutture, circuire i candidati con il solo scopo di portare a casa qualche euro in più per organizzare un festivalino od una mostricina, da inaugurare offrendo due salatini più del solito.
Così è facile,  rende facile ai candidati sorridere e promettere; una volta eletti, poi, si vedrà.
Più complesso è, come sempre, ragionare e farli ragionare.
Parlare di scelte di fondo, di politica culturale, dei temi della sussidiarietà sia a livello locale che nazionale, con evidenti risvolti legati alla riforma del Titolo V della Costituzione (sciagurata riforma!).
Parlare del fatto che la Regione Lombardia governa il settore Biblioteche con una Legge del 1985 (28 anni fa) ed il settore Musei con una Legge del 1974 (39 anni fa), Leggi che mostrano la corda essendo legate a tempi ed a modi di pensare che non esistono più.
Ancora più complesso è ragionare delle modalità con cui si erogano i servizi, visti i fallimenti di forme inventate per eludere i tagli alle spese come le Fondazioni o le Istituzioni.
Oppure parlare di sistemi culturali andando contro l'onanismo di tanti che si vedono nello specchio come "i più belli del reame" e non dialogano con la realtà che li circonda, anzi non la vedono proprio.
O, ancora, capire se non vale la pena di riprendere il tema dei "Distretti Culturali" e, con questi, anche una relazione più costruttiva con le Fondazioni Bancarie, viste ormai solo come mucche da latte.
Temi come l'integrazione tra Cultura e Turismo, governati da due differenti Assessorati regionali e spesso, a cascata, da differenti Assessorati Comunali, non entrano nell'agenda perché nessuno li affronta.
Così, visto che qualche candidato ha messo il suo "mi piace" qui da noi, mettiamo noi le questioni sul tavolo, senza chiedere promesse, per carità, ma invitando chi si candida a governarci a riflettere, a studiare, perché i temi sollevati non sono marginali, come non è marginale per un popolo crescere culturalmente e dunque diventare più consapevole.
Poi verremo a bussare, dopo le elezioni, per vedere se avranno studiato davvero, non per chiedere elemosine. Prima di tutto il pensiero, le intenzioni seguiranno.

da www.varesecultura.it

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