Nel 1859 Cavour decide di aumentare l’influenza dei Savoia sul resto
della penisola. Si incontra quindi con Napoleone III a Plombieres, dove si
accordano per la creazione di un regno dell’Alta Italia e anche di una confederazione
tra tutti gli altri stati italiani a guida del papa.
Napoleone III per permettere l’intervento della Francia, chiede che
siano gli austriaci ad attaccare, in modo da avere un “casus belli”: dunque i
piemontesi fanno in modo di provocare l’Impero Austro-Ungarico con incursioni
sul territorio del Lombardo-Veneto.
Gli austriaci rispondono alle provocazioni attaccando il Piemonte e
permettendo alla Francia di intervenire.
Varese, essendo una delle città più vicine al confine di Stato, fu
anche una delle prime città ad essere liberate.
LO SBARCO
Garibaldi viene messo al comando dei Cacciatori delle Alpi, un corpo
volontario dell’esercito Piemontese. Inizialmente ha il compito di supportare
gli eserciti Piemontesi e Francesi, ma poi su ordine di Vittorio Emanuele si
dirige verso il Ticino, sul confine, per invadere la Lombardia e dare inizio a
una rivolta popolare.
Volendo entrare di sorpresa in Lombardia manda ad Arona, la sera del 22
Maggio, le sue truppe per confondere gli Austriaci. Infatti verso mezzanotte
ritorna a Castelletto Ticino, dove attraversa il fiume con un ponte di barche.
La mattina del 23 Maggio entrano a Sesto Calende, dove Garibaldi parla
alla popolazione, suscitando l’entusiasmo delle masse. Lo stesso giorno verso
sera Garibaldi inizia a marciare verso Varese lasciando il capitano De
Cristoforis con 120 uomini e 3 guide a cavallo a Sesto Calende, inviando Bixio
ad Angera a conquistare alcuni battelli e facendolo accampare presso S. Andrea,
sulla strada per Luino. Intanto Simonetta si dirige verso Gallarate per
confondere il nemico. Il 25 Maggio De Cristoforis riceve l’avviso di Austriaci
che arrivano da Gallarate forti di 300 fanti, 130 cavalli e 2 pezzi di
artiglieria e quindi decide di preparare un’imboscata all’avanguardia degli Austriaci,
riuscendo a ritirarsi passando da Besozzo e Gavirate.
GARIBALDI A VARESE
Garibaldi arriva a Varese nella notte tra il 24 e il 25 Maggio e la
cittadinanza nonostante il temporale esce nelle strade ad accoglierli, cenando
e festeggiando con i Cacciatori delle Alpi.
Garibaldi organizza subito le difese della città, componendo una
guardia nazionale e chiamando nuovi volontari. Pubblica anche un proclama che
invita i giovani a prendere le armi.
La sera del 25 Maggio De Cristoforis si ricongiunge con Garibaldi. il
26 Maggio gli Austriaci iniziano a marciare su Varese guidati dal generale
Urban, con una forza di 6.000 fanti, 200 cavalli e 4 pezzi di artiglieria.
Alle 2 di notte suona l’allarme a Varese e tra le 4 e le 5 di mattina
inizia la battaglia. Gli Austriaci attaccano la barricata di Biumo Inferiore,
dove due compagnie di cacciatori li lasciano avvicinare per respingerli con
fuoco di moschetto fino a Belforte: qui gli Austriaci tentano un altro attacco,
ma vengono respinti fino a Malnate, da dove iniziano la ritirata.
DOPO LA BATTAGLIA
La mattina del 28 Maggio Garibaldi lascia Varese alla volta di Como per
snidare gli Austriaci. Il 31 il generale Urban ritorna a Varese con 14.000
uomini e per evitare il bombardamento della città chiede come riscatto. 3.000.000
di Lire, 300 buoi, tutto il tabacco e tutti i sigari presenti in città e a
garanzia di ciò 10 ostaggi.
La città di Varese non era in grado di pagare quest’enorme somma
(corrispondente a circa 26.000.000.000 di Lire odierne), quindi il nemico
inizia a bombardare incessantemente l’inerme città di Varese.
Le fonti utilizzate per la produzione di questo testo sono:
Giuseppe Monico, Il
pronunciamento di Varese e il generale Urban. Racconto di un lombardo
prigioniero degli austriaci, tipografia Ubicini, Varese, 1859
Vittore Ottolini, I Cacciatori
delle Alpi (1848-1859) scene storico militari, Libreria di Francesco
Sanvito, Milano, 1860
Alessandro Giuseppe Spinelli, Ricerche
spettanti a Sesto Calende, Stabilimento Civelli, Milano, 1880
Federico Della Chiesa, Notarelle
Varesine, Stabilimento di Arti Grafiche di Bagaini Codara & C., Varese,
1906
Diomede Enrico Tamborini, Garibaldi
a Sesto Calende nel 1859 (entrata dei Cacciatori delle Alpi in Lombardia), Cartoleria
tipografia Luigi Furlani, Sesto Calende, 1909
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