Eleuterio Pagliano nasce il 5
Maggio del 1826 a Casale Monferrato da padre, Felice Pagliano, medico, e muore
nel gennaio del 1903 a Milano. A partire dai 12 anni di età studia disegno e
pittura all’Accademia di Brera, dove ha come professori Giuseppe Sogni e Luigi
Sabatelli, specialisti del realismo. Per la propria dote artistica vince
numerosi premi accademici. Ciò che principalmente emerge dalla sua personalità
è però il ruolo politico: infatti egli partecipa alle 5 giornate di Milano nel
1848 e si arruola nel battaglione dei bersaglieri lombardi, tra i quali è poi
eletto luogotenente, fra il 1848 e il 1849. Benché si dedichi all’arte soprattutto
a partire dal 1851, realizza già numerosi ritratti dei bersaglieri sopra
citati. Dopo la sconfitta francese a Roma, è costretto a esiliare dallo Stato
Pontificio e a trasferirsi a Milano, e per questo, come già detto, si dedica
all’arte. Nel 1859 entra come ufficiale nel corpo dei Cacciatori delle Alpi
guidati da Giuseppe Garibaldi. Come Agostino Bertani, medico, scrive, Pagliano
è da lui nominato capo di una compagnia di infermieri e, Bertani aggiunge,
l’artista non riposa un attimo per eseguire le operazioni di recupero dei
feriti con ambulanze improvvisate. Nel 1859 partecipa allo sbarco di Garibaldi
a Sesto Calende, che poi ritrae in questo quadro.
Quest’ultimo, dipinto nel 1865 a
Milano, è commissionato dalla famiglia Traversi e destinato alla villa di
Desio, che il committente aveva ereditato dalla zio materno. Questa dimora è
lasciata da Giovanni Antona Traversi a suo nipote Antonio Tittoni, impegnato in
importanti incontri diplomatici internazionali che lo portano all’abbandono
della villa e al conseguente trasferimento del quadro. Infatti, Mario
Bartolone, direttore dei Musei di Varese, nel 1940 richiede in dono il dipinto
ad Antonio Tittoni, esaltando il legame esistente tra il soggetto del quadro e
il territorio varesino. La tela giunge a Varese alla vigilia dell’occupazione
della villa da parte di truppe armate di varia nazionalità durante la seconda
guerra mondiale, cioè il 3 gennaio del 1942.
Quelli di realizzazione
dell’opera sono anni in cui l’arte trova validi motivi d’ispirazione e di espressione
dai soggetti storici. In esso è, infatti, raffigurato lo sbarco dei Cacciatori
delle Alpi : due barche stanno approdando, mentre altre due portano degli
uomini con cavalli. Dal pontile possiamo notare la figura di Garibaldi
attorniato dagli ufficiali. Il sole è
appena sorto, il cielo è sereno e la piazza è gremita di gente, affacciata anche
alle finestre, a dimostrazione del’importanza dell’evento e dell’entusiasmo che
ne consegue. Tutta la scena è ricca di movimento, effetto ottenuto grazie all’efficace
tecnica usata dall’artista, la quale prevede delle pennellate disordinate e
veloci, che da lontano rendono la scena armonica e ben delineata. L’intera tela
misura 6.60 m di lunghezza e 2.95 m di altezza ed è circondata da una cornice
in legno intagliato e dorato. All’interno del quadro, sul lato destro, troviamo
la sigla “P” dell’autore su un tronco di legno e la datazione 1865 a destra
della sigla predetta. Per quanto riguarda i personaggi raffigurati, di cui
conosciamo per certo l’identità grazie all’accurata descrizione del quadro di
Giovanni Cadolini del 1905, costituiscono autentici ritratti. Questo è
determinato dal fatto che l’artista li ritrae avvalendosi di riproduzioni già
esistenti o dagherrotipi.
Tra i soggetti ritratti, compaiono : collaboratori molti stretti di Garibaldi, esponenti di spicco della letteratura italiana, come Ippolito Nievo, e i committenti stessi dell’opera, Giovanni Antona Traversi e Claudia Grismondi Secco Suando.
Tra i soggetti ritratti, compaiono : collaboratori molti stretti di Garibaldi, esponenti di spicco della letteratura italiana, come Ippolito Nievo, e i committenti stessi dell’opera, Giovanni Antona Traversi e Claudia Grismondi Secco Suando.
Il 18 marzo 1861, giorno seguente
l’unità d’Italia, in commemorazione dello sbarco delle truppe dei Cacciatori
delle Alpi, guidata da Giuseppe Garibaldi, a Sesto Calende tra il 22 e il 23
maggio 1859, Giovanni Antona Traversi e sua moglie Claudia Grismondi chiesero
ad Eleuterio Pagliano di immortalare quell’importante momento. Di Giovanni Antona Traversi conosciamo la sua
data di nascita, poche attività svolte nella vita tra cui quella di giurista e
di deputato di estrema sinistra e la profonda amicizia con Garibaldi e Mazzini
con cui condivide istanze ideologiche. Di sua moglie, invece, abbiamo
conoscenze più approfondite. Nasce a Bergamo nel 1837 e riceve un’accurata
educazione rivolta in particolare alla pedagogia e alle attività assistenziali
con un chiaro orientamento politico patriottico. Nel 1855 sposa Giovanni Antona
Traversi il quale, come dono di nozze, le permette di costruire un asilo
infantile a Sannazzaro dei Burgundi, destinato ad accogliere i bambini dei
dintorni; questa struttura diviene famosa in tutta Europa arrivando ad ospitare
fino a 400 bambini. E’ stata, inoltre, una figura di notevole importanza per
quanto riguarda la beneficenza e la politica: ha avuto, infatti, importanti
incarichi nella pubblica istruzione a favore dell’istruzione femminile e dei
ceti popolari, attività che l’hanno avvicinata alla “Lega per l’Istruzione del
popolo di Roma”, fondata nel 1875. Nel 1899 il suo contributo alla causa
femminile le ha procurato un riconoscimento ufficiale dal Congresso
Internazionale Femminile di Londra. Si è spenta a Meda, presso Milano, il 3
dicembre 1908.
L’importanza di questo quadro è
evidente nelle molte parole spese su di esso. Ad esempio, in occasione
dell’esposizione della tela nello studio di Eleuterio Pagliano nel 1865,
Giuseppe Rovani, recensore per la “Gazzetta Ufficiale di Milano” afferma che il
valore sia artistico sia storico dell’opera risulterà immortale, ma aggiunge
anche che l’unica critica mossa allo stile di Pagliano è quella di aver
rappresentato quel fatto storico senza trasmettere l’entusiasmo e l’eccitazione
che lo hanno caratterizzato nella realtà.
BIBLIOGRAFIA
· F.Mazzocca e C.Sisi (a cura di ),1861 I pittori del
Risorgimento,SKIRA,Milano 2010,pp 88-89
· Archivio storico del Comune di Varese,Fondo Museo, cart. 6, fasc.4 ,Disposizioni
sanitarie inviate dal capo medico Agostino Bertoni al tenente Eleuterio
Pagliano
· Anonimo,Esposizione postuma delle opere di eleuterio
pagliano nel palazzo della societa’ per le belle arti,Tip. C.Monti
· Archivio storico del Comune di Varese,Comune di Varese,Cat.9,Cart. 133,Fasc.1
Sergio rebora, scheda in corso di stampa
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